E’ così evidente e palpabile la febbre che ci coinvolge, come questo anno, dal primo all’ultimo giorno di Improject
In questo 15° anniversario di Improject, mi voglio prendere un po’ di tempo e fermarmi per qualche riga in più, rispetto al normale fine Improject di sempre. Ringrazio il Presidente Roberto Garelli di avermi concesso questo spazio solitamente e degnamente da lui riempito.
E’ così evidente e palpabile la febbre che ci coinvolge, come questo anno, dal primo all’ultimo giorno di Improject, che faccio fatica ogni volta a pensare che il prossimo Improject potrà essere migliore di quello passato e puntualmente, ogni volta, vieni attraversato da un’onda di energia che non ti fa sentire la fatica, che apre tutti i tuoi canali emotivi, che esalta le tue attitudini, che ti protegge dai giudizi (sempre in agguato) e ti concilia con le tue debolezze, che ti trovi a dire che non ci potrà essere un Improject migliore di quello appena passato.
Ognuno di noi, in ogni Improject ha trovato qualcuno da cui ricevere un consiglio, un insegnamento, una pacca sulla spalla, un abbraccio, un bacio e …mi fermo qui. Diciamo che ognuno di noi ha regalato qualcosa agli altri e ha ricevuto qualcosa dagli altri.
Da tutta Italia, più di 200 persone ogni anno, accorrono a Chianciano per incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi, conoscere, sentirsi liberi. Tutto questo funziona da 15 anni e senza ombra di dubbio, funzionerà fino a che ci sarà Improject.
La forza di tutto questo è la naturale attitudine di ogni essere umano di entrare in relazione con gli altri, la voglia di condividere una grande passione, la curiosità di conoscere come improvvisano gli altri. Nuovi docenti, nuove tecniche, nuove passioni.
Scambio.
E a questo punto, un piccolo soffio di orgoglio mi pervade. Scusate se per la prima volta mi soffermo su di me, ma ho 46 anni; comincio a sentirmi vecchio e come tutti i vecchi, inizio a pensare più al passato che al futuro.
Era il 1998 e insegnavo in una delle poche scuole di improvvisazione teatrale in Italia e più precisamente nella prima scuola di improvvisazione teatrale italiana in quel di Firenze.
Era già un po’ di tempo che mi frullava nel cervello che stavamo insegnando una serie di cose molto belle e importanti e che tutte mi ripetevano in modo chiaro che l’improvvisazione è portatrice sana di incontro, di confronto, di scambio, non solo fra allievi (che già basterebbe), ma anche fra docenti. Il poter vedere come lavoravano i miei colleghi, dare e prendere spunti, sorprendersi, conoscere, imparare,mi avrebbe fatto crescere.
Per quanto potesse essere ancora inesplorato il proprio territorio nel quale ognuno di noi (geograficamente) lavorava, ho sentito già da subito che non ci saremmo potuti accontentare di coltivare solo il proprio orticello, senza mai partecipare a quello che potremmo anche considerare “una grande fiera di talenti e risorse”, un “Expo” dell’improvvisazione teatrale.
Condivisi questo mio intento con il mio collega di Bologna, Marco Marchegiani e con il suo aiuto mettemmo in piedi il primo, vero e inimitabile Improject che allora si chiamava Interchange (non c’è niente da fare, è dura trovare dei nomi ganzi in italiano), appunto a significare Interscambio.
Un mio amico di allora, Marco Daffra, aveva un agriturismo in mezzo a un bosco, 35 posti letto, un grande salone, tanto spazio all’aperto.
In mezzo al bosco.
Marciana.
Fra Firenze e Siena.
2 classi.
Firenze e Bologna.
La prima edizione fu dalla mattina alla sera.
2 ore e mezzo di Mixing stage (classi miste) e poi spettacoli fino a sera (allora si giocavano solo le sfide).
Marco Daffra ci preparava delle gustose e toscanissime merende.
In mezza giornata gli allievi ebbero così tanto giovamento e furono talmente entusiasti che fui incoraggiato a ripetere l’esperienza, rendendola più complessa e articolata.
Edizione successiva.
Giugno 1999.
Insegnavo anche a Milano.
Deng! 3 classi.
Firenze, Bologna e Milano.
2 giorni.
La prima edizione fu dalla mattina alla sera.
Settembre 1999. Pressato da tutti gli allievi bissammo dopo 3 mesi e fu ancora un successo, con l’aggiunta di Riccione (perché nel frattempo insegnavo anche lì).
Per l’anno successivo avremmo avuto anche altre città da aggiungere: Roma e Torino.
L’agriturismo del Daffra non sarebbe bastato più.
Ed ecco che nel 2000, lavorando a Chianciano terme con il neonato gruppo di improvvisazione all’interno di Voci e Progetti, incontro Renato Preziuso, Lorenzo Meacci e Alessandra Aggravi, con i quali ci inventiamo l’attuale Improject.
Da lì in poi le cose sono andate sempre meglio (sale sempre più belle e attrezzate, servizi migliori, docenti internazionali, spettacoli gratuiti di ospiti stranieri e italiani come Lillo e Greg ecc) e
non ci sarebbero stati quei miglioramenti se non fossero entrati nel progetto Andy Ferrari prima, con la sua precisione chirurgica e necessaria a bilanciare il mio disordine e se non fosse entrato poi Roberto Garelli, per l’aspetto istituzionale e di prestigio che un raduno del genere deve avere.
Ringrazio anche tutti i docenti che ogni anno, non solo vengono e stimolano i propri allievi a partecipare, ma tengono alta la qualità della formazione e delle performance.
Ringrazio tutti voi partecipanti che avete continuato poi negli anni con “l’impro” o che avete smesso o che magari siete diventati docenti a vostra volta e che avete fatto battere il cuore di questo essere vivente che è Improject.
Ringrazio Improteatro che continua a puntare molto su questo raduno.
Devo molto a tutti voi e a tutto lo staff di Voci e Progetti (sono riusciti a farmi passare la mia rinomata ansia con la loro totale e completa affidabilità, amabilità e col loro calore)
E’ grazie a voi che il mio sogno sta continuando da 15, anzi, 17 anni.
Un abbraccio.
Daniele Marcori
(Direttivo Improteatro)