Nel cortile del Castelletto del Real Orto Botanico, lunedì 1 Luglio, presentazione della rassegna Impro Teatro Festival (I^ edizione nazionale). Giorgio Rosa, in veste di direttore artistico, racconta gli esordi e levoluzione di questo particolare modo di concepire la scena, chiarendo innanzitutto, ogni sorta dequivoco circa il termine improvvisazione: «Qui precisa Rosa improvvisazione non fa rima con approssimazione. Il gioco/to play, seppur senza regole, è davvero sopraffino. Non è un caso che il primo festival dimprovvisazione teatrale continua abbia luogo proprio a Napoli, autentico cuore pulsante della cultura teatrale nazionale».
Il Festival che dall8 al 29 luglio, partendo da Napoli, muoverà alla volta di Bacoli, Procida e Mercogliano (AV), sarà animato da cinquanta attori relativi a cinque compagnie provenienti da tuttItalia: QFC Teatro, Improteatro, Verbavolant, CambiScena, Quinta Tinta e Voci e Progetti.
«La magia della scena legata allistante sottolinea Edgardo Bellini, attore di Coffee Brecht, compagnia di improvvisazione napoletana consiste nella creazione di una scena senza copione, senza un disegno geometrico che ne delinei il tratto, ma che rivela la grande competenza di attori, conoscitori esperti dellalfabeto e della sintassi teatrale. Nel teatro dimprovvisazione, lo spettatore attivo, riconosce le strutture dei maggiori generi teatrali, per esempio Plauto, Shakespeare, che gli attori hanno ben sedimentato negli anni della loro formazione artistica». La preparazione dellattore-autore-regista che improvvisa lavori comework in progress, si consolida nellatteggiamento di ascolto e di apertura volto a sperimentare nuovi percorsi con lumile convinzione che nulla sia impossibile alla magia del palcoscenico.
In attesa di godere di queste creazioni hic et nunc, si ringraziano anticipatamente gli attori e gli organizzatori di Improteatro per aver voluto portare avanti il progetto pur in economia e tra numerose difficoltà, quelle di sempre per chi fa e promuove cultura. Perchè, oramai si sa, la cultura in Italia non è ritenuta un bene primario e difficilmente gode di finanziamenti, così come non sono riconosciuti i bisogni primari e quotidiani di chi la pratica. Primari e beni sono, invece, considerati gli F35, per i quali i soldi pare non manchino.
Per info e prenotazioni www.improteatrofestival.it.
Antonella Rossetti