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Workshop Commedia dell’Arte con Fabio Mangolini

Dal 26 Novembre 2016 al 

L’attore e a maschera nella Commedia dell’Arte.

DUE PAROLE SULLA COMMEDIA DELL’ARTE

“Commedia degli Zanni”, “Commedia dei Buffoni”, “Commedia dell’Arte”. Siamo nella seconda metà del XVI secolo. Gli attori elevano il loro mestiere, fino allora considerato come basso ed infamante, al rango di arte portandolo in pochi anni dalle piazze ai luoghi di potere dell’epoca: le Corti europee. L’arte dell’attore viene riconosciuta, è riconosciuto il professionismo del teatro. Gli attori creano personaggi vicino ai caratteri della gente, rubano dei tipi alla vita quotidiana e li rendono accessibili ad ogni pubblico, li rendono universali e per questo li stilizzano, li rendono grotteschi. Usano per il loro scopo le maschere.

È così che la maschera, di cui si trovano le radici nelle feste e nei riti dei Carnevali del Medio Evo, diventa oltre a mezzo grottesco anche strumento, utensile di lavoro, come quello di qualsiasi artigiano. La Commedia dell’Arte, d’altra parte, converte l’attore in artigiano del teatro capace di trasformare i materiali della vita quotidiana in un repertorio da utilizzare sulla scena. La Commedia dell’Arte passerà poi alla storia del teatro ance come “Teatro all’improvviso”. Per anni si darà al termine di “improvvisazione” un significato leggendario, come se tutto ciò che avvenisse sulla scena non fosse altro che il frutto dell’ispirazione dell’attore in un momento di folgorazione drammatica. Niente di più falso. E niente di più studiato e lavorato, addirittura cesellato, dell’improvvisazione dei commedianti del’Arte. Si trattava di vere e proprie partizioni che gli attori si passavano di generazione in generazione quasi fossero degli utensili, gli strumenti dell’arte. Venivano tramandati per “Centoni”. Questi erano una specie di breviari, preziosamente custoditi da ogni attore, contenenti estratti di scene, lazzi, giochi comici, canzoni, da cui gli attori potevano attingere al momento dell’improvvisazione. E il “Centone” di ogni attore si arricchiva nel corso della carriera che si legava indissolubilmente alla vita del personaggio che quell’attore interpretava. Teatro di professionisti uniti in compagnie, sodalizi capaci di resistere nel tempo come “I Gelosi” di cui si hanno notizie per più di cinquant’anni. Ciò significa vitalità di una forma artistica oltre che adattamento a diverse condizioni storiche. Teatro di professionisti e teatro d’esportazione, visto che in pochi anni la Commedia dell’Arte, nata nel triangolo Venezia- Bologna-Milano, viene esportata in tutta Europa con grande successo. Quindi un teatro accessibile ad ogni pubblico, un teatro popolare che va al di là delle barriere linguistiche e regionali. Se un’espressione artistica nasce da un adattamento, da una stilizzazione della realtà, dalla ricerca di un pubblico e dalla necessità di coltivare i suoi gusti, così la Commedia dell’Arte propone dei tipi universali, dei linguaggi semplici e diretti, un teatro popolare che si rende presto universale.

IL CORPO CARNEVALESCO

Training dell’attore attraverso l’uso di motori, ritmi, vettori, livelli d’energia.

La respirazione efficace nell’attore/danzatore/mimo/acrobata/cantante.

Il corpo extra-quotidiano.

Costruzione del corpo carnevalesco.

LA MASCHERA COME UTENSILE

Studio del corpo con la maschera.

Tecnica della maschera e la regola dei tre tempi.

La maschera e il pubblico: studio di una relazione privilegiata.

Il ritmo della maschera.

I gruppi sociali e le famiglie nelle maschere della Commedia.

Improvvisazione con le maschere e studio dei personaggi.

LA TECNICA E IL RITMO DELLA COMMEDIA DELL’ARTE

Struttura della Commedia dell’Arte.Contrasto fra due personaggi.

Il terzo entrato (scene con tre o più personaggi).

TECNICHE D’IMPROVVISAZIONE

Studio della situazione.

Costruzione di scene classiche di Commedia dell’;Arte.

Creazione di un canovaccio di Commedia dell’Arte.

OBIETTIVI

Presentare, alla fine de laboratorio, un canovaccio in pubblico.

Le maschere sono state create

da Donato Sartori e da Ninian Kinner Wilson.

Donato Sartori

Mondialmente conosciuto per le sue maschere che perpetuano la tradizione della Commedia

dell’Arte recuperata da suo padre Amleto. Dirige il “Centro Maschere e Strutture Gestuali” ad

Abano, considerato da anni come un punto di riferimento fondamentale per tutte le attività

relative al mondo della maschera e delle sue tradizioni.

Ninian Kinner Wilson

Dopo essersi diplomato nel 1976 alla Scuola di Belle Arti di Liverpool, studia e lavora con

Carlo Boso e con il fabbricante di maschere veneziano Stefano Perrocco. Dal 1981 al 1986

lavora come attore con la compagnia inglese “The Unfortunati”. Dal 1986 crea maschere per

compagnie inglesi, francesi, italiane, spagnole, danesi e belghe; I suoi lavori sono stati

esposti in Francia e Gran Bretagna.

+39 347 367 2945

Via Dante 37, 53042 Chianciano Terme

info@improteatro.it

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